“Non è la specie più forte che sopravvive e nemmeno la più intelligente ma quella in grado di adattarsi meglio al cambiamento”.
Per Roberto Masucci questa frase ha un significato profondo.
Dal 2012, a causa di un incidente durante un’immersione all’Isola d’Elba, è costretto su una carrozzina; un’embolia midollare lo ha portato ad un passo dalla morte e da quando si è risvegliato presso l’Ospedale di Grosseto, dopo 13 giorni di coma, osserva il mondo “da un punto di vista differente”.
. “Da quel giorno sono paraplegico, è vero ma sarebbe potuta andare anche peggio” e lo dice con quel sorriso sulle labbra tipico di chi conosce se stesso ed ha imparato ad amarsi davvero, superando i propri limiti e le proprie fragilità anche grazie all’autoironia.
“Ho trascorso i primi due anni dopo l’incidente in cura presso diverse strutture all’avanguardia nel campo della riabilitazione neurologica. Lì ho avuto modo di conoscere per la prima volta tutti i progressi che la tecnologia ha fatto in questo delicato ambito sanitario e la mia condizione fisica ne ha tratto subito beneficio. Purtroppo, però, la lunga assenza da casa si è ripercossa negativamente sulla mia situazione familiare”
Medico chirurgo del cavallo sportivo, appassionato di archeologia subacquea ed autore di numerosi servizi fotografici e documentari su relitti di importanza storica, Roberto è padre di due splendidi figli di otto e dodici anni e ci parla dei problemi personali che ha dovuto affrontare in questi anni e della separazione dalla moglie che non gli ha certo facilitato le cose.