Le vostre storie

I Protagonisti siete voi

La Fondazione è una grande famiglia. I protagonisti siete voi che vivete con noi l’esperienza della riabilitazione. Le vostre storie sono la vita stessa della fondazione. Il vostro racconto serve a dare coraggio, forza e speranza a chi pensa di non potercela fare. Qui di seguito alcuni di voi, protagonisti di questo grande racconto.

LA STORIA DI ANTONIO

Antonio ha 55 anni.

Pochi giorni prima di Natale, durante uno sforzo al lavoro, sente un fortissimo dolore retroscapolare e perde rapidamente forza agli arti inferiori.

Effettua subito una risonanza magnetica all’ospedale di Barletta dove gli viene riscontrato un ematoma epidurale dorsale. Viene quindi trasferito immediatamente presso l’Ospedale di Andria e sottoposto in regime d’urgenza ad intervento neurochirurgico di laminectomia decompressiva ed evacuazione dell’ematoma epidurale spinale. Dopo venti giorni di ricovero nel reparto di neurochirurgia dello stesso Ospedale, si ricovera presso il Presidio di Riabilitazione Extraospedaliera “Gli Angeli di Padre Pio” di San Giovanni Rotondo con un quadro di paraplegia.  Qui inizia un percorso riabilitativo con presa in carico multidisciplinare da parte di un team di professionisti e assistenti composto da fisiatra, internista, neurologo, psicologo, fisioterapista, terapista occupazionale, infermiere e operatore socio sanitario.

I primi giorni sono difficili: la fatica è tanta e i progressi quasi impercettibili. Il quadro motorio è seriamente compromesso ma Antonio non si perde d’animo e supportato da tutti gli operatori del Presidio inizia la sua battaglia personale contro la malasorte che lo ha colpito improvvisamente.

LA STORIA DI MARIA

Circa un anno fa Rosaria d’Errico e sua sorella Francesca si sono rivolte al Presidio di riabilitazione di San Severo dei Centri Padre Pio per una richiesta di fisioterapia a beneficio dell’altra sorella, Maria, affetta da tetraparesi spastica post natale, complicata da epilessia ed artrite reumatoide.

“Disperati e impotenti: così ci siamo sentiti tutti noi” scrive Rosaria. “Maria ha 46 anni, non deambula ma ha una intelligenza fuori dalla norma. Negli ultimi anni i suoi muscoli contratti e le posture sbagliate date dalle patologie di cui è affetta, le hanno provocato dolori lancinanti. Sono stati anni difficili, complicati ma non ci siamo mai arresi, mai! Abbiamo pensato che un percorso riabilitativo potesse migliorare il suo stato, pieni di speranza ma consapevoli che sarebbe stato difficile ottenere grandi risultati.”

IL BENE SI FA IN SILENZIO. TUTTO IL RESTO È PALCOSCENICO

Ersilia e Luca, una coppia come tante, si fidanzano da giovanissimi e poi, dopo pochi anni, il matrimonio. Vivono nel Salento, hanno un’officina di riparazioni auto, lui fa il meccanico mentre lei si occupa di tutto il resto. Una vita normale, semplice fino a quando non vengano a sapere che avrebbero avuto un bambino. La gioia dell’attesa, i primi preparativi e poi, in quel giorno di settembre, all’improvviso cambia tutto. Ersilia si sente male, non riesce più a muoversi, non comprende cosa le sta accadendo. La corsa in ospedale, prima a Copertino, poi a Gallipoli ed infine a Lecce, tre lunghissimi giorni per arrivare nel posto giusto dove ricevere le cure necessarie. I medici non comprendono subito di cosa si tratti. “O tu, o il bambino” le dicono. Ma Ersilia non cede, non ha alcuna intenzione di rinunciare. La portano nel reparto di terapia intensiva dove, per 30 giorni, immobile nel letto, monitorata costantemente, la curano con il cortisone ed il mannitolo.
“Mai dimenticherò il rumore dei macchinari e gli occhi lucidi di mio marito e dei miei familiari che mi guardavano al di là del vetro” ricorda commossa. Un mese lì dentro, un tempo lunghissimo per chi, come lei, è sempre stata lucida e vigile. Chiede ed ottiene di essere spostata in reparto ma dopo pochi giorni subentrano delle complicazioni, inizia ad avere delle perdite ed è necessario far nascere il bambino. Così, Il 15 ottobre del 2018, viene alla luce Marco, 750 grammi. “Ero felicissima di averlo salvato anche se non ho potuto provare l’emozione di prenderlo in braccio e di sentirlo piangere per la prima volta”.

BUONA FORTUNA, ROBERTO!

“Non è la specie più forte che sopravvive e nemmeno la più intelligente ma quella in grado di adattarsi meglio al cambiamento”.

Per Roberto Masucci questa frase ha un significato profondo.

Dal 2012, a causa di un incidente durante un’immersione all’Isola d’Elba, è costretto su una carrozzina; un’embolia midollare lo ha portato ad un passo dalla morte e da quando si è risvegliato presso l’Ospedale di Grosseto, dopo 13 giorni di coma, osserva il mondo “da un punto di vista differente”.

. “Da quel giorno sono paraplegico, è vero ma sarebbe potuta andare anche peggio” e lo dice con quel sorriso sulle labbra tipico di chi conosce se stesso ed ha imparato ad amarsi davvero, superando i propri limiti e le proprie fragilità anche grazie all’autoironia.

IL MAESTRO CARMELO TORNA A DIPINGERE

A Rodi Garganico, il maestro Carmelo Di Lella lo conoscono tutti.

Sessantadue anni, uomo dalle grandi e riconosciute qualità morali, ha dipinto diverse centinaia di quadri partecipando a più di cinquecento tra mostre, collettive, concorsi e premi in ambito regionale e nazionale.

I suoi splendidi “murales” che colorano le case ed i vicoli dello splendido borgo ed i suoi innumerevoli lavori teatrali, con una Compagnia da egli stesso fondata e per la quale realizza in prima persona scenografie, costumi, adattamento dei testi e regia, lo hanno da tempo consacrato come uno dei più illustri artisti regionali.  Una carriera iniziata da giovanissimo e che si è sviluppata nel corso degli anni senza soluzione di continuità.

Storia di Ornella e sua mamma Maria

Ornella ha 22 anni e da quando aveva sei mesi è alle prese con una malattia rara, una di quelle così difficili da comprendere che ancora oggi, dopo tutti questi anni, non è possibile diagnosticare con precisione.
L’unica cosa davvero certa è che ha bisogno di assistenza continua, costretta da sempre su un letto d’ospedale o su una sedia a rotelle, quasi immobile, senza poter parlare…
Accanto a lei … Sempre sua madre … Maria, che l’accompagna in ogni istante della sua vita e se ne prende cura con una forza ed un coraggio straordinari.

Il sogno di Valentina diventa realtà

Una vita normale. Aspirazioni, desideri e famiglia. Poi il buio, all’improvviso. Un’emorragia cerebrale rimette tutto in discussione, risucchiando ogni cosa in un vortice di paura. La paura di non farcela. Per Valentina Ingrosso, una ragazza solare di Bari, inizia un calvario negli ospedali pugliesi: prima 12 giorni di coma e due interventi al Policlinico di Bari, poi due mesi di ricovero a Lecce.

Vanessa, scrittrice e poetessa …

Sono Vanessa, una ragazzina di quasi 13 anni calabrese. Sono nata il 25 dicembre 2003 proprio a San Giovanni Rotondo, con una disabilità. Sono affetta da spina bifida. Racconto tutto questo senza paura, senza vergogna, perché, nonostante questa malattia non sia una cosa molto bella anzi, non lo è affatto soprattutto per i miei genitori che ringrazierò per tutta la vita, io amo la vita, sono felice, non mi piango addosso perché faccio del mio problema, come di tante altre cose, una risorsa.

Ci sono cose nella vita, che ci aiutano a crescere, che ci rendono più forti. Sono sempre stata del parere che Dio colpisce le persone forti e questo, mi fa sentire meglio. Vedo con gli occhi il bello della vita e questo lo sto scrivendo in un momento in cui non sto molto bene.

Maria Antonietta, madre e caregiver di Alessandro …

Cara Beatrice , perdoni se mi permetto di chiamarla così , ma mi rivolgo a lei in qualità di madre felice, com’ero anch’io prima del 17 luglio 2015 .

Quella data purtroppo ha cambiato la vita della mia famiglia nell’attimo in cui un automobilista distratto ha investito frontalmente mio figlio Alessandro, che tranquillamente si dirigeva verso il luogo di lavoro sul suo scooter. Quella mattina avevamo deciso di ritrovarci al mare durante la sua pausa pranzo … Ed invece l’ho rivisto nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale V.Fazzi di Lecce, in coma profondo per un trauma cranio-encefalico che non lasciava speranze …

Anna, moglie e caregiver di Gianni …

Il 20 giugno del 2016 un uomo di 53 anni di nome Paparella Giovanni di Ruvo di Puglia (Ba) si trova ad affrontare una prova per lui e per i suoi cari molto difficile. Mentre è sul posto di lavoro che, insieme alla sua famiglia, rappresenta tutta la sua vita quando, una emorragia cerebrale di proporzioni importanti e serie l’hanno sin da subito indotto in coma lasciandolo emiplegico a destra e completamente afasico.

Tante coincidenze hanno fatto sì che fosse soccorso con un’ora e mezza di ritardo, motivo per cui non sapremo mai da quanto tempo era lì privo di coscienza o già in coma così come è stato trovato al momento dell’arrivo del 118.

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